Contemporary abstract paintings,sculpture by Mirko Cavalli.

Contemporary abstract art, painting.

 home | about | contact

  

recent work:
paintings

drawings

 



paintings archive
sculpture archive
exhibition history
guestbook
links


 

 

 

 


 
 



 
 

Universi Cromatici        Collana "Una vita per l'arte" Ediz. "Ferrari" 1999

 


                                                                                                  
46 pagine
Testo critico di Alfredo De Paz.
La semantica dell'informe

Le opere di Mirko Cavalli, pongono tutti noi di fronte a un repertorio estetico che ci porta a rivivere una stagione della modernità astratta informale e dintorni, che si declina soprattutto in rapporto a poetiche di artisti come De Kooning, Afro, Kline, Rauschenberg.
Ma fare questi riferimenti e questi nomi non significa sminuire l'originalità del lavoro del nostro artista, bensì individuarne i solidi fondamenti in tutto un versante stilistico che è diventato un archetipo non marginale della cultura artistica contemporanea. Attraverso questi acrilici ed oli, Cavalli dimostra la sua volontà dì dare all'energia del gesto e alla libertà del segno un primato assoluto, tanto più significativo, nella misura in cui il mondo nel quale viviamo è un mondo di costrizioni e di interdetti, di regole e di percorsi determinati, di armonie e di emozioni controllate; un mondo repressivo con l'imprimatur della cultura e della morale.
Cavalli ci ricorda che la pittura, per essere tale, non necessita di mimesis e di referenzialita, ma si situa in sintonia con una cultura dell'azione, come corpo e visione, allucinazione e pulsione, una cultura della mano che parla attraverso i nervi e il sangue. Ma se questa pittura non è mimetica e referenziale, non per questo è priva di storia, cosicché il suo action painting può essere letto come simbolico di un presente che avvertiamo come inquietante. Un presente al contempo relativamente lontano e vicino, ricolmo di conflitti e di orrori, di martirii e di lacerazioni, dagli eventi rappresentati da Goya ne il 2 maggio e il 3 maggio 1808 al 'sangue d'Europa' di questi nostri anni alle soglie del Terzo Millennio. Tempi di azioni contro la diversità, da un lato e contro-azioni per ristabilire un ordine e il rispetto dei diritti, dall'altro. Ma comunque sempre orrore, sempre distruzioni e sangue che si allaga o schizza, che si deposita o si raggruma; sempre, immagini di forme che si disfano e ci lasciano con-fusi di fronte all'assurdo.
La pittura di Cavalli contiene in sé un esasperato vitalismo 'primitivistico', che si coniuga da un lato con una volontà di metamorfosi in cui tutte le forme del mondo assumono fisionomie diverse, dove la terra è blu come un'arancia e la notte è rossa come un sole infuocato e, dall'altro, con una fenomenologia di punti d'incontro fra le cose non materialmente collegabili. Il nostro artista 'sporca' le sue tele di colori, per invitare tutti noi a 'sporcarci le mani' con l'esistenza stessa, nell'entusiasmo di vivere e nell'indignazione di fronte all'orrore. In questo senso la pittura diviene una pratica che si presenta come significativa non per 'fotocopiare' il reale, nel senso del naturalismo e del realismo, ma per farcelo comprendere dove le parole non bastano o ne sono incapaci, nel senso che risultano sovente inadeguate a farci vedere le 'macchie' che attraversano le nostre vite di ieri e di oggi.
Qualcuno potrà anche leggere in modo formalistico la scrittura pittorica di Cavalli e intrattenerci legittimamente sui contrasti fra i colori, sull'Intersecarsi delle linee e degli spazi, sui rapporti fra colori caldi e colori freddi, su verticalità e orizzontalità più o meno immaginarie o reali. Credo tuttavia che sia più opportuno interpretare questi suoi dipinti come emblemi dì un'inquietudine, che è quella hic et nunc di tutti noi attenti e stupiti perché, sempre di nuovo, non solo la bellezza si coniuga con il sublime, ma restano di continuo in agguato il potere di forze oscure e gli intrighi dei costruttori di rovine. In tale prospettiva, se i dipìnti di Cavalli contribuiscono a suggerire queste ed altre problematiche, anche in direzioni diverse da quelle che abbiamo indicato, allora significa che hanno raggiunto il loro obbiettivo. Pensare la pittura significa anche individuare fino a che punto la pittura stessa, in generale, e questi dipinti in particolare, ci aiutino a pensare ciò che vi è di più essenziale nella condizione umana. Già dai tempi di Leonardo sappiamo, d'altronde, che la pittura è 'cosa mentale' e che anche la mano più abile è al servizio del pensiero. Ma se tale 'servitù' ha un senso è perché il pensiero ha riconosciuto il primato dell'essere e della responsabilità, della reciprocità e della vita. Cavalli osserva il mondo e ne rimira il riflesso dentro di sé dandoci frammenti informi del mondo stesso, cosciente che vedere è comprendere e giudicare, trasformare e immaginare, ricordare e dimenticare, apparire e scomparire. L'io (il noi) e il tu (gli altri) si affermano, si coniugano e si trasformano in relazione reciproca, nella consapevolezza che io non mi conosco se sono solo me stesso, ma se sono altresì un 'altro'. In tale direzione il pittore è anche spettatore, creatore che pensa a chi guarda, e lo spettatore è anche pittore (artista), interprete che si identifica in chi crea e con gli infiniti modi possibili di creare nel processo di duplicazione/ricreazione del mondo messo a punto dall'arte; un'arte che, nel caso di Cavalli, tematizza, attraverso un processo creativo di carattere astratto-informale, un orizzonte di possibiltà e di combinazioni espressive, che stimolano nell'osservatore cammini di molteplici interpretazioni, nella prospettiva di un ruolo attivo della nostra stessa soggettività fruitiva in quanto produttrice di senso.

Alfredo De paz

 

 

 

All images of abstract paintings and sculpture on this site are copyrighted material of Mirko Cavalli. They are not to be
used anywhere else without written permission. © 2005 Mirko Cavalli Abstract Art - All Rights Reserved.